Lija Laizāne e Road to Equality
Tra le atlete supportate da Road to Equality figura anche la ciclista Lija Laizāne. Classe 1993, nazionalità lettone, la giovane campionessa ha disputato con successo varie competizioni ciclistiche, collezionando titoli e significativi risultati tra cui un ottimo piazzamento all’ultimo mondiale gravel 2022 disputatosi a Cittadella (PD).
1- Lija, quando hai iniziato a fare ciclismo?
Il mio incontro col ciclismo è iniziato per caso, a 12 anni, spronata da un amico che già correva: ho così partecipato a una gara per le categorie giovanili e lì sono stata notata da un allenatore, il quale mi ha proposto di dedicarmi a questo sport fornendomi una bici da strada. Davanti a una tale opportunità non ho potuto che accettare, anche perché, possedendo allora una piccola bici BMX, ne sognavo ardentemente una “grande”. Da quel momento non mi sono più fermata.
2- Puoi usare 3 aggettivi per descriverti come persona e 3 aggettivi per descriverti come ciclista?
Come persona mi reputo disponibile, scherzosa, impulsiva; come ciclista direi rispettosa, coraggiosa, determinata. Penso comunque che tutte queste caratteristiche si compenetrino vicendevolmente.
3- In quale occasione hai incontrato o conosciuto Road To Equality?
Ho conosciuto dapprima Alessandra Cappellotto, che mi ha proposto di gareggiare ai mondiali di gravel: mi ha invitata ed ospitata presso l’associazione Road to Equality mostrandomi grandissima diponibilità. Così ho conosciuto meglio sia il CPA Women (Association of Professional Cyclists for Female Athletes) sia la sua associazione Road to Equality: questo progetto mi ha emozionato e mi è sembrato fin da subito davvero interessante.
4- Quale è stata la tua esperienza con Road To Equality?
Road to Equality mi ha dato un aiuto fondamentale per i Mondiali di gravel. Mi ha procurato una bici tramite l’azienda Cicli Liotto e mi ha aiutato ad inserirmi in un team per la stagione 2023. Sono profondamente grata ad Alessandra e a tutto lo staff per il calore e la disponibilità che mi hanno dimostrato.
5- Tu pensi che lo sport possa essere un mezzo per aiutare le donne ad emanciparsi?
Lo sport fa sentire tutti liberi e uguali. Negli ultimi anni ho piacevolmente notato che lo sport femminile, e non solo per quanto riguarda il ciclismo, sta avendo molta più attenzione rispetto che in passato. Ciò ha permesso di alzarne il livello, portandolo gradualmente al pari con la categoria maschile e aumentandone il rispetto.
Credo che lo sport sia davvero uno strumento vincente per abbattere discriminazioni e barriere di ogni tipo, dando così voce ai propri diritti.
6- Hai un sogno che vorresti realizzare come ciclista?
Vorrei continuare a migliorarmi per arrivare a un alto livello e gareggiare cosi in una squadra World Tour. E ovviamente, vincerne una gara.
7- E un sogno come donna?
Mi auguro una vita felice ed emozionante, piena di gratificazioni.